Le 8 migliori pizzerie di Milano
Milan4Food
Le 8 migliori pizzerie di Milano
Dal Tour alla ricerca della miglior pizza di Milano
Classifica:
6 parametri per valutare una pizza e una pizzeria
APPARENZA
QULITA’ INGREDIENTI
ALVEOLATURA
GUSTO
AMBIENTE-ATMOSFERA
ACCOGLIENZA-SERVIZIO
Tour alla ricerca della miglior pizza di Milano
Vi siete mai chiesti quali siano le migliori pizzerie di Milano?
Se avete qualche dubbio ecco la mia classifica personale, che ho elaborato in questi mesi assaggiando prodotti molto diversi fra loro. Ciascuna delle pizze riportate in questa guida ha delle caratteristiche che la rendono unica e parte della classifica delle 8 migliori pizzerie della capitale meneghina. Ad ogni visita ho elaborato una valutazione basata su 6 parametri attribuendo un punteggio da 1 a 5. Dove 1 indicava terribile e 5 eccellente. I parametri valutati sono stati: apparenza, qualità degli ingredienti, alveolatura, gusto complessivo, ancora ambiente -atmosfera del locale e accoglienza -servizio.
La miglior pizza di Milano è made in Veneto
La miglior pizza di Milano è quella della firma veneta Renato Bosco nella sua Saporè
Saporè Milano by Renato Bosco
Nome grosso del mondo pizza: Renato Bosco (3 spicchi Gambero Rosso), nella centrale sede Milanese Saporè.
La sede è collocata al Mercato del Duomo in una cornice di estrema bellezza: Galleria Vittorio Emanuele.
Renato Bosco è uno dei 3 rivoluzionari della pizza che ha dato un’identità alla pizza Veneta. Infatti come Napoli e Roma ora esiste la pizza Veneta che si colloca ad un livello alto, basata su ricerca dell’impasto e accostamenti che vanno dal gourmet all’ultra gourmet. Bosco fa parte, infatti, dei 3 famosi nomi assieme a Padoan (I Tigli, San Bonifacio) e Ravagnan (Grigoris, Mestre).
Saporè è il marchio che porta la firma di Bosco, nasce nella storica sede veneta di San Martino Buon Albergo, a cui si aggiungono altre due sedi a Verona centro e una a Prato. Da qualche mese ha aperto nella capitale meneghina al mercato del Duomo.
Bosco è tra i nomi delle migliori pizzerie venete assieme a Denis Lovatel della pizzeria Da Ezio ad Alano di P., Ravagnan di Grigoris a Mestre, Ottocento Bio a Bassano del Grappa e Gigi Pipa ad Este. Bosco viene definito un pizzaricercatore, nei suoi locali si possono degustare fino a 7 tipologie di impasto. Si può dire uno degli artefici della pizza contemporanea, ha creato un percorso definito da lui stesso come: LA PIZZA E LE SUE FORME.
Nel menù Saporè si incontrano 4 prodotti a marchio registrato creati da Bosco: MOZZARELLA DI PANE®, PIZZA DOPPIOCRUNCH®, ARIA DI PANE® e PIZZA CRUNCH®. Tutte specialità protette da copyrigh, accanto a queste troverete la Tonda.
Riconoscimenti:
Tre spicchi Gambero Rosso riconfermato anche nel 2020, quarto nella classifica generale con 94/100, dopo Pepe, Padoan e Bonci. Secondo in classifica Tre Spicchi - Pizza a degustazione. Praticamente tra i migliori nomi di pizzaioli al mondo.
11esimo tra le 100 pizze classificate ai Pizza Awards 2019, seconda miglior pizza del Veneto dopo I Tigli.
Tra le migliori pizze del Veneto, tra le migliori pizze di Verona.
Assieme a Padoan e Ravagnan ha realizzato la rivoluzione della pizza Veneta, creando un prodotto nuovo che in Italia non esisteva.
Rappresentante scelto dal Ministro degli Esteri della cucina italiana nel mondo.
(foto a sinistra e successiva saporepizzeria.com)
Location luminosa ed elegante per Saporè Milano, ma al tempo stesso un ambiente familiare e caldo. Ogni tavolo in legno chiaro grezzo illuminato da una lampada bianca.
Prima di assaggiare la pizza mi è stato offerto un ottimo appetizer: pane croccante e “pappa col pomodoro” in tazza di vetro. Già con questo avevo capito la qualità.
A seguire ho ordinato uno dei marchi registrati Bosco, ovvero la DOPPIOCRUNCH®. DOPPIOCRUNCH® ANANAS con mozzarella fiordilatte, ricotta vaccina, prosciutto cotto affumicato, ananas alla senape. Inizio dalla presentazione assolutamente perfetta con qualche semino di zucca per impreziosire l’opera. Al morso si presenta perfettamente “crunch” croccante, ma assente l’effetto crackers. Si percepisce al tatto e al gusto la farina di tipo 1 macinata a pietra.
Cottura ineccepibile. Lievitazione che crea un doppio strato perfettamente alveolato ad alveoli multipli. Passando al sapore direi che il connubio della ricotta dolce neutralizza perfettamente il sapore dell’ananas nella sua nota più acida. Interessante l’inserimento della senape che controbilancia la nota, invece, dolce dell’ananas. Ottima la resa impasto-farcitura, sapete bene che per me è importante. Non amo mangiare pane con condimento separato, come succede in molte pizze. Quando si pensa ad un accostamento è importante non metterlo sulla pizza, ma farlo diventare parte del tutto. Chi degusta una pizza deve poter morsicarla nella sua interezza dal primo ingrediente all’ultimo (base compresa) e in pochi lo sanno fare. Il viaggio del sapore deve esse verticale, Bosco ci è riuscito in pieno.
DOPPIOCRUNCH® ANANAS
Mozzarella fiordilatte, ricotta vaccina, prosciutto cotto affumicato, ananas alla senape
APPARENZA 5 lode
QULITA’ INGREDIENTI 5
ALVEOLATURA 5 lode
GUSTO 5
AMBIENTE-ATMOSFERA 5 lode
ACCOGLIENZA-SERVIZIO 5 lode
Garage Pizza & Co.
Garage Pizza & Co. è uno dei quattro locali che hanno partecipato a “4 Ristoranti” con Alessandro Borghese.
Locale ricercato su due piani con soppalco. Industrial style con ferro e legno a luci soffuse. Scaffali con bottiglie a vista per i cocktail che accompagnano le pizze.
Passiamo alla pizza: cercavo una pizza gourmet e così è stato.
All’apparenza impeccabile (e lo sapete che ho sempre qualcosa da ridire!!) ogni spicchio disposto con massima cura e niente lasciato al caso. La mia pizza cambiava gusto ad ogni spicchio, ma nonostante questo è stata farcita in modo simmetrico-rotatorio.
Base macinata a pietra grezza, ruvida al tatto, croccante all’esterno e morbida all’interno. Alveolatura indiscutibile a foro multiplo, vorrei aggiungere che non è facile ottenere un’alveolatura così con un impasto grezzo, questo significa saper utilizzare ingredienti di qualità in modo eccellente.
Ciò che ancora mi resta di questo assaggio è il sapore e il profumo della carne, penso di avere il ricordo di questo profumo di carne alla griglia solo per un entrecotte mangiata sugli Champs Elysees. Al taglio il black Angus morbidissimo, una sorta di purea di carne.
Solitamente faccio lunghi discorsi sulla resa base-pomodoro-mozzarella, in questo caso non avendo preso una pizza con questi ingredienti non posso farlo. Spendo però due parole per dire che alzando ciascun spicchio nonostante ci fosse carne sopra, grazie alle salse questa rimaneva immobile. Penso sia una delle prime volte che gli ingredienti restano nella fetta. È essenziale per offrire un viaggio gourmet dare al cliente la possibilità di mordere la base con la piramide completa di alimenti disposti sopra. Qui invece resa davvero perfetta e ripeto è più facile ottenerla con alcuni ingredienti rispetto ad un trancio di carne come in questo caso. Unica cosa che avrei preferito è una dimensione leggermente più grande. Personalmente non amo la pizza enorme a ruota di carro, però in questo caso avrei messo un 20% in più di base. Direi una pizza gourmet perfetta.
(foto in alto a destra da 4 Ristoranti –Magliolia, Dry Media)
CONTEMPORANEA TERRA
2 fette con Tartare di black Angus scottate al rosmarino, avocado e salse; 2 fette con roast-beef e salsa tonnata artigianale; 2 fette con arrosto artigianale cotto a bassa temperatura e maionese; 2 fette con roast-beef e avocado
APPARENZA 5
QULITA’ INGREDIENTI 5
ALVEOLATURA 5
GUSTO 5
AMBIENTE-ATMOSFERA 5
ACCOGLIENZA-SERVIZIO 5
Da Zero – Scala
Da Zero sede Scala in Via dell’Orso.
Pizza pluripremiata, che si aggiudica ai Pizza Awards 2019: migliore pizzeria della lombardia e della basilicata . Il riconoscimento, ricevuto a Roma in occasione di Excellence - Pizza Awards Italia 2019, gli Oscar della Pizza Italiana. La graduatoria delle 100 pizzerie migliori d'Italia ha visto DaZero conquistare due importanti riconoscimenti: miglior pizzeria della Lombardia (13esima pizzeria d'Italia) e della Basilicata (44esima pizzeria d'Italia).
La pizza ben predisposta a livello visivo, ottimo il profumo dell’olio del Cilento a fine cottura. Ben cotta,cornicione pronunciato, circa 4 cm che al taglio si presenta croccante al punto giusto esternamente e morbido all’interno. Asciutta, ma non secca. Il piatto resta pulito, resa pomodoro-mozzarella-impasto direi ottima, evitando l’effetto però opposto del “crackers”.
Locale caldo, quasi mi sembrava di essere in una pizzeria londinese con un buon servizio.
MARGHERITA - PIZZA TRADIZIONE CILENTINA
Pomodoro Incontro (un pomodoro ideato in collaborazione con l’azienda agricola Maida di Capaccio scalo), fiordilatte, olio di oliva DOP del Cilento e basilico fresco
APPARENZA 4
QULITA’ INGREDIENTI 5
ALVEOLATURA 5
GUSTO 5
AMBIENTE-ATMOSFERA 5
ACCOGLIENZA-SERVIZIO 4
Anche Giolina come altre pizzerie in cui sono stato rientra nella classifica delle 100 migliori pizze italiane, collocandosi al 31esimo posto ai Pizza Awards 2019.
L’ambiente evoca lo spirito dandy metropolitano di un certo livello. Stile vintage con piatti in ceramica Romantica, libri qua e là, carta da parati e un antico pianoforte illuminato da lampadari anni ‘50. Sedie impagliate, tavoli di diverso tipo, un bancone spazioso attorno al bar dove vengono serviti cocktail sotto una luce soffusa.
Ogni pizza farcita con prodotti ricercati ha un nome particolare, quindi se cercare Margherita, capricciosa o Romana sicuramente non la troverete.
Le pizze non si possono definire napoletane, ma si tratta di una pizza a canotto con bordo alto di circa 3 cm, soffice e molto areato con abbondante alveolatura mono-foro per un risultato eccellente.
Molto buona la visione generale. Al taglio non è presente attrito lama-pasta. Superficie croccante di circa 3 mm al bordo e internamente morbido, non richiede una masticazione elevata, in quanto si scioglie in bocca. Resa pomodoro-pasta buona. Qualità degli ingredienti davvero eccezionale, il profumo del pomodoro (San Marzano dell’Agro-Sarnese Nocerino DOP) si sente perfettamente, esaltato dal sapore salato del parmigiano e dal basilico fresco.
GHITINA
Pomodoro San Marzano dell’Agro-Sarnese Nocerino DOP, fior di latte d’Agerola, Parmigiano Reggiano DOP 30 mesi, olio extravergine monocultivar Coratina, basilico fresco
APPARENZA 4
QULITA’ INGREDIENTI 5
ALVEOLATURA 5
GUSTO 5
AMBIENTE-ATMOSFERA 5
ACCOGLIENZA-SERVIZIO 4
Cocciuto – Corso Lodi
Anche Cocciuto come le precedenti tappe rientra nei premiati ai Pizza Award 2019. Si colloca al 23esimo posto sui 100 premiati. Rientra anche nella classifica 50 Top pizza 2019 al 17esimo posto.
Cocciuto punta all’eccellenza delle materie prime di prodotti italiani offerti in un ambiente elegante con un design urban chic e punti di luce tra i muri di un ex banca e di un ex negozio di elettrodomestici. Evidente il richiamo allo stile newyorkese con muri riportati alle origini e i mattoni a vista. Pavimenti in legno e comode poltrone in ciniglia dalle tonalità verde-azzurre, attorno a tavoli rotondi. L’eleganza sicuramente fa da padrona di casa, un grande bancone da bar a vista assieme al forno all’entrata e tre vetrate enormi che permettono di cenare guardando i passanti su Corso Lodi. Per me Cocciuto resta il locale più bello della città.
Nel menù le pizze cocciute con presidi Slow Food, impasto diretto, selezione di farine e aggiunta di germe di grano vivo, doppia lievitazione con durata di almeno 30 ore.
Passando alla pizza, si presenta alla vista benissimo con cornicione alto e soffice, ottimamente sviluppato con parte centrale più bassa. Pizza a canotto, non una semplice stil-napoletana.
Al taglio il pomodoro e il fior di latte non sbavano nel piatto, il che significa che la base regge perfettamente ciò che viene posto sopra. Nel caso della Margherita ho percepito perfettamente il profumo e il gusto di tutti gli ingredienti compreso il Parmigiano di montagna. Cottura perfetta, effetto pane nel bordo estremamente alveolato. Digestione veloce dovuta alla perfetta lievitazione e alla qualità degli ingredienti.
MARGHERITA COCCIUTA
Pomodori San Marzano D.O.P. bio Presidio Slow Food, mozzarella fior di latte km0, Parmigiano Reggiano di montagna 36 mesi Malandrone 1477, olio extravergine d’oliva bio, basilico fresco bio
APPARENZA 5
QULITA’ INGREDIENTI 5
ALVEOLATURA 5
GUSTO 4
AMBIENTE-ATMOSFERA 5 lode
ACCOGLIENZA-SERVIZIO 5 lode
Beato Te
La pizzeria delle star e dei 12 impasti
Beato Te, locale che ha attirato l’attenzione mediatica per essere frequentata da vip. Centro della movida milanese tra attori, calciatori, influencer e cantanti. Tra i tanti Francesca Cipriani, Massimo Boldi, Ezio Greggio, Asia Argento, Paolo Ruffini, Ivana Icardi, Carina Cascella, Tina Cipollari, Rodrigo Alves (Ken umano).
Oltre ad una proposta di piatti e cheeseburger molto varia è nota per avere in menù 11 impasti per le sue pizze dove spiccano tra i più ricercati: impasto al pistacchio di Bronte D.O.P. di colore verde intenso, impasto al carbone vegetale, impasto al mais corvino, impasto alla canapa stativa, impasto quinoa e un tempo il 12esimo al mojito con menta, rum e lime. Le pizze sono note per essere tutte molto golose, bordo pronunciato e soffice, ricche di prodotti con gli accostamenti più insoliti, tra i più particolari sicuramente: burrata al tartufo, perlage di tartufo, chips, salsa cheddar, salsiccia in camicia di speck dell’Alto Adige, polpette di Gorgonzola, ragù di carne, polpette, fonduta di zola e noci, crumble di mandorle tostate, basilico sferificato...
Altro elemento chiave è il logo azzurro BEATO TE che si ripete in moltissimi dettagli nel locale. All’entrata il più famoso orso di Milano, Bruno è la mascotte del locale, tutti scattano una foto o un selfie con lui.
Non da ultimi i dolci che si possono trovare come: cornetto al Twix, pancake al Kinder Bueno, brioche servire con siringhe piene di nutella. Tante le varianti di tiramisù: pistacchio, Bueno, Rocher, Snickers, Pan di Stelle.
Passiamo alle pizze (ho ordinato una classica e una gourmet) presentazione all’occhio per la gourmet davvero indiscutibile, per la classica presentazione tradizionale, ma difficile modificare il visual in una semplice diavola. Bordo pronunciato di circa 2 cm (non stile napoletano e nemmeno canotto). Al taglio perfetta, nessuna aderenza lama-pasta e all’assaggio si presenta soffice e asciutta.
Un ottimo impasto senza dubbio! Assente l’effetto chewing-gum e non richiede eccessiva masticazione. Per quanto riguarda il gusto preferisco parlare della gourmet visto che mi ha colpito particolarmente. Ho scelto Albi con mozzarella fior di latte, zucchine fritte, bresaola, mousse di olive e crescenza. L’accostamento della crescenza alle olive con la zucchina dolce perfetto, controbilanciato dal sapore della bresaola di primissima qualità. Per la resa sugo-mozzarella-pasta devo riportarmi alla diavola visto che Albi era bianca. Resa discreta.
ALBI
Mozzarella fior di latte, zucchine fritte, bresaola, mousse di olive e crescenza
DIAVOLA
Pomodoro, mozzarella e salamino
APPARENZA 5
QULITA’ INGREDIENTI 5
ALVEOLATURA 4
GUSTO 5
AMBIENTE-ATMOSFERA 4
ACCOGLIENZA-SERVIZIO 5
Berberé – Centrale
Da sempre mi attiravano le colorate pizze che propongono i fratelli Aloe. Anche Berberè ha partecipato ai “Pizza Awards Italia 2019 e si aggiudica il titolo di “miglior pizzeria bio d’Italia”, “miglior pizzeria in Emilia Romagna” e si colloca 12esima tra le “100 migliori pizze Italiane”. Già nota per i suoi tre spicchi gambero rosso.
Famosa per il suo format a 8 spicchi e il “manifesto” che sostituisce il classico listino. Berberè propone una pizza slow con lievito madre; farine alternative; prodotti sostenibili in collaborazione con Alce Nero, noto marchio del biologico italiano; bevande bio come l’iconica Karm Cola. Ogni locale Berberè ha un suo tema e un suo design che nel caso di Milano Centrale richiama la pop-art. I Dolci in chiusura tutti rigorosamente del maestro Luigi Biasetto. La pizza si presenta molto bene visivamente, rigorosamente impiattata con il caratteristico taglio a 8. Passando all’assaggio la cosa che ho notato subito è stata la croccantezza perfetta della base e del bordo. Solitamente si trovano pizze croccanti nel bordo, ma eccessivamente bagnate alla base e centro. Questa invece croccante nella totalità e fino all’ultimo spicchio. Bordo leggermente alto e con buona alveolatura, non spugnoso. Analizzando il gusto, premetto che ho fatto una scelta volutamente particolare, volevo vedere l’abilità nell’accostare i sapori. Lo sapete che ho mangiato anche pizze con il cacao, con la marmellata e pure con la frutta, perché se corretto l’accostamento può essere vincente. Ho scelto una pizza con barbabietola in crema, porri saltati, feta greca, olive nere. La scelta della barbabietola rende, ovviamente, la pizza dolce, però devo dire che la combinazione acidula e salata della feta greca, l’amaro delle olive e il gusto deciso del porro saltato davano un discreto equilibrio al tutto. Di mio avrei preferito aggiungere un elemento con funzione di “colla” per unire i 3 condimenti con la base. Magari una mozzarella non troppo carica, quindi un fior di latte leggero oppure per evitare di togliere colore alla pizza (viola) si poteva aggiungere la feta greca direttamente nella crema alla barbabietola. Detto ciò vorrei ritentare con un assaggio di una tradizionale per definirla meglio. Però ripeto ho approvato la scelta della proposta in menù, la qualità degli ingredienti bio e la sapienza con cui è stato pensato l’impasto. Per accompagnare la pizza ho scelto la famosa Karm Cola sugar free, bevanda bio ovviamente come il resto. Sicuramente una buona idea di marketing per evitare contrasti con l’idea generale del marchio Berberé.
VIOLETTA
Impasto al lievito madre, barbabietola in crema, porri saltati, feta greca, olive nere
APPARENZA 5
QULITA’ INGREDIENTI 5
ALVEOLATURA 4
GUSTO 3
AMBIENTE-ATMOSFERA 4
ACCOGLIENZA-SERVIZIO 5
Gino Sorbillo – Lievito Madre al Duomo
Pizza dal famoso Gino Sorbillo nella sede Lievito Madre al Duomo.
Gino appartiene ad una delle più famose famiglie di pizzaioli di Napoli. Una pizza dalla lunga storia, simbolo di Napoli e dell’Italia intera in tutto il mondo. Noto per le molteplici partecipazioni televisive, pizzaiolo di Masterchef per tre edizioni, giudice per la gara di pizza tra i giudici di Masterchef Israele, Menù di Benedetta Parodi, Alice TV, e da cinque anni alla rubrica “Pizza” de La Prova del Cuoco su Rai 1,anche, al fianco di Antonella Clerici. A Sorbillo l’onore di aver reso social la pizza. Pluripremiato vanta tre spicchi gambero Rosso, anche nel 2020, per la storica sede di Via dei Tribunali 32 con 92/100. Ai Pizza Awards 2019 vede un 5° posto tra le migliori d’Italia per la sede storica, 42esimo per Lievito Madre Roma, 67esimo per Olio a Crudo Milano.
All’ingresso la famosa fila d’attesa fa respirare aria di Napoli. All’interno le caratteristiche tovagliette con l’elenco delle pizze, i bicchieri colorati, gli arredamenti chiari sui toni del bianco e azzurro, ampie vetrate luminose. Tutto conferisce un tocco di festa tipica di Napoli che ci fa abbandonare almeno per un’ora il grigio di Milano (che comunque io amo). Una ventata d’estate viene percepita anche in pieno Novembre.
Ho ordinato la mia pizza e dopo poco sul piatto una gigantesca Margherita. Forse gigantesca non rende l’idea, la pizza è enorme. Penso la pizza più grande che io abbia mai mangiato. Tipica pizza a ruota di carro con bordo alto circa 2 cm. Al taglio leggera aderenza lama-base e discreta resa pomodoro-mozzarella-base. Masticazione media.
Selezione accurata degli ingredienti come la farina biologica Molino Caputo e il pomodoro “Gustarosso per Toto e Gino Sorbillo”. La pizza non ha bisogno di altre presentazioni per chi conosce la firma Sorbillo. Sicuramente un valore aggiunto per la classifica sarebbe stato dato dal poter assaggiare non una pizza firmata Sorbillo, ma una pizza fatta da Sorbillo. Avrei dato massimo punteggio a ogni fattore: lievitazione, alveolatura, cottura... L’esperienza si è conclusa con l’incontro di Gino, non solo un grande pizzaiolo, non solo un grande personaggio o un’eccellenza nel mondo, ma una persona gentilissima e cordiale. Ringrazio Gino che mi ha autografato la tovaglietta con dedica “ Tanta tanta buona pizza…”.
(foto in basso foto di James Collier)
Antica Margherita Gino Sorbillo
Pomodoro Italiano da Agricoltura Biologica, fiordilatte misto latte di bufala, olio EVO Italiano Biologico “Terre Francescane” e basilico fresco.
APPARENZA 3
QULITA’ INGREDIENTI 4
ALVEOLATURA 3
GUSTO 3
AMBIENTE-ATMOSFERA 4
ACCOGLIENZA-SERVIZIO 4
Articolo, foto ed esperienze
@ftf_spokesman by Alberto Monteforte
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